di Alessio Nardin
Un punto di vista sul teatro e la maschera
Potrei partire da una frase di A.P.Čechov: “questo è il mio teatro: un sipario, due quinte e dietro il lago con la luna…”.
Senza scomodare un lago e la luna, resta, oltre l’immagine di Kostja ne IL GABBIANO, la mia personale metafora: nel mio teatro la componente organica e naturale dell’uomo deve essere la base per l’azione. Questa componente deve essere continuamente presente e svilupparsi durante la performance tra gli attori e tra l’attore e lo spettatore: uno celebrante, l’altro compartecipe del rito teatrale nella sua essenza. Nulla è fissato e statico nella performance, tutto deve essere creato nel momento in cui avviene. L’azione non si fa, si manifesta, come una “epifania”. Per fare ciò necessito di attori che siano autori di azione: ed il lavoro di laboratorio ha proprio questo obbiettivo.
La Maschera: tecnica di costruzione del conflitto e studio della componente primordiale pagana della maschera
La Maschera non è un oggetto di scena. La maschera è un linguaggio primordiale e basico che riguarda l’azione in scena: per questo contiene al suo interno le strutture basiche del conflitto. Sia la struttura ludica (in una forma esplicitata) che quella legata alla situazione (realistico-spicologica). Per questo è contemporanea e presente nel teatro di oggi. Queste sono le ragioni per cui il mio lavoro con la maschera non è solo sulla maschera ma riguarda anche la maschera. Il conflitto creato con la maschera infatti esiste anche senza l’esistenza fisica della maschera. Pe fare questo bisogna lavorare in due direzioni opposte e concomitanti, perché La maschera ha due vite: la prima ha per motore la tecnica, la seconda ha per motore il carattere, l’istinto della maschera, cioè la sua parte pagana. La maschera crea una connessione tra la manifestazione pagana nell’uomo e la tecnica della performance. Questa sintesi avviene e si manifesta nell’attore: nel suo corpo, nella sua anima. Per questo maschera ed attore sono due “individui” separati che trovano il loro piano di incontro nell’azione in scena: concretamente ciò che appare come risultato della loro interazione è una nuova creatura con una nuova vita indipendente dalle due precedenti.
Il Lavoro pratico
Per dare vita a questa nuova creatura sarà necessario: